VETRO E ZEN è un gioiello a cui sono particolarmente affezionata perché l’ho concepito in una situazione emozionale veramente meditativa.

La cerimonia del thé all’Isola di San Giorgio a Venezia mi ha emozionata e ispirata.

Mi sono ritirata nel mio atelier e ho ripreso in mano la perla bianca e nera che un giorno ho recuperato nella fucina di un maestro vetraio,
una “perla sbagliata”, nata per caso da un esperimento del suo percorso creativo.

Fu chiesto una volta a Bodhidharma di dare una definizione dello Zen.
Egli contravvenendo allo spirito stesso del suo insegnamento rispose così:
Si tratta di una trasmissione speciale al di fuori delle scritture, è indipendente da parole e da lettere, punta direttamente allo spirito dell’uomo, un contemplare la propria natura.”


Tanto strana quanto unica la perla è leggermente arcuata, da un lato liscia e dall’altro con piccoli solchi che forniscono al tatto e alla vista una sensazione interessante grazie alle righe orizzontali chiaro-scure in grado di evocare qualcosa di antico.

L’opacità della superficie e la reticenza cromatica del bianco e nero, mi hanno immediatamente ricordato  l’essenzialità tipicamente giapponese, una sorta di ascetismo artistico.

Così ho deciso di abbinare a questa pietra unica delle perle lucide di vetro pieno, per creare un contrasto luminoso, seppur sobrio con colori freddi e neutri.

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